Dott.ssa Silvia Michelini     info@vittimedinarcisismo.com

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Che relazione c’è tra narcisismo e carattere isterico?

E che responsabilità ha la società nel determinare o rafforzare questo tipo di caratteri?

Quanto hanno influito l’individualismo e il mito dell’autodeterminazione sullo sviluppo di personalità narcisistiche patologiche?

La risposta è semplice: la società ha una grande influenza perché rinforza e promuove il mito della forza dell’illusione di invulnerabilità sia nell’uomo che nella donna.

La personalità narcisistica si struttura se ci sono almeno tre presupposti:

  • Una predisposizione genetica : temperamenti vivaci, iracondi, irritabili, sensibili e una linea generazionale di caratteri isterici, traumi o vissuti familiari disfunzionali basati sul perenne conflitto. (il trauma, secondo alcuni studi infatti – ha una base di trasmissione intergenerazionale)
  • Una causa ambientale scatenante: (ferita narcisistica) sia dal punto di vista affettivo (traumi affettivi isolati o micro-traumi perpetrati nel tempo: incuria, abbandono, maltrattamento, terrore familiare, abuso psicologico o emotivo o fisico) che psicologico (esperienze traumatizzanti in età precoce, come la perdita di un caro, una grave malattia, un incidente..etc..).
  • Il rinforzo ambientale esterno; scuola, amici, società rappresentano un’opportunità di crescita resilienza e compensazione, ma anche un fattore di rischio, qualora promuovano eccessivamente la forza, l’egoismo, l’individualismo, la competizione e la libertà come valori assoluti a discapito della cooperazione, l’affetto, la condivisione e la pro-socialità.

L’individualismo, da un lato ha promosso la crescita personale e lo sviluppo dell’auto-determinazione in opposizione al conformismo sociale, ma dall’altro ha influito nel determinare una sorta di autismo-fallico nell’essere umano.

I legami affettivi sono temuti, percepiti come una gabbia, un ostacolo, così come ogni forma di dipendenza dagli altri –  e per questo si rischia una vera e propria “anestesia emotiva” per aderire a questo mito della forza.

“L’altro da se” (il fidanzato, la moglie, il lavoro, il capo, la madre, lo zio, l’amico, il maestro, la professoressa..) può sfruttarci, invaderci, dominarci e quindi L’IPERVIGILANZA RAZIONALE è l’unica strada per non perdere mai il controllo, su se stessi, sul proprio ambiente e sugli altri. (io sono il più forte e nessuno mi fregherà mai).

E’ vero però – che se l’autonomia è un concetto di assoluto valore in un percorso di evoluzione personale – la sua estremizzazione è molto pericolosa, perché ci illude di renderci “diversi” e quindi di valorizzare la nostra soggettività, ma di fatto, ci appiattisce e ci candida tutti al conformismo della contro-dipendenza.

Ciò è anche illusorio, perché nessuno può realmente definirsi auto-sufficiente in tutto.

Lottare contro la dipendenza è divenuta anch’essa una dipendenza: la dipendenza dall’indipendenza.

Ecco che si sdoganano e si premiano le condotte narcisistiche (amorali, aggressive, predatorie) e si condannano quelle pro-sociali (empatiche, collaborative, di condivisione, di intimità e affetto).

ISTERIA NARCISISTICA

I narcisisti incentrano la loro esistenza su alcuni punti cardine: libertà, autonomia, forza, dominio e competizione.

All’inizio della relazione si mostrano seduttivi, compiacenti, altruisti, ma non appena entra in vera intimità con l’altro, iniziano a manifestare comportamenti del tutto opposti che sono tesi a generare un conflitto: svalutazione, provocazione, trascuratezza del partner, evitamento dell’intimità, competizione con freddezza, negazione del dialogo, del confronto, de sostegno, della condivisione nella coppia e persino del sesso.

La ricerca del conflitto è necessaria per allontanare l’altro e quindi difendersi dal rischio di amare ed essere amati. Questa CORAZZA attrae molte persone altruiste, ottimiste e che traggono un indiretto beneficio dall’accudire gli altri (e dalla conseguente gratitudine che ne deriva), ma nel corso del tempo la persona più dipendente si rende conto, che non solo l’altro non gli è grato, ma il suo nucleo caratteriale è talmente radicato, da impedire qualsiasi accesso da parte del mondo esterno.

Sono vane le psicoterapie, i dialoghi, le prediche e gli accesi contrasti, perché è proprio attraverso il conflitto che il carattere isterico si nutre, mentre voi vi depauperate giorno dopo giorno, fino a trovarvi prosciugati sia a livello emotivo che psicologico.

Questa variante del comportamento narcisista è incentrata totalmente sul conflitto quale base dell’ambivalenza affettiva: quando il/la NI si mostra dolce, fragile e romantico/a, subito dopo ha necessità di attaccare il legame in modo diretto (violenza, aggressività, esplosioni di rabbia) oppure in modo passivo (svalutazione, assenza, denigrazione, freezing emotivo):

Alla base dei vissuti degli uomini e delle donne narcisisti/e isterici/isteriche c’è un passato di angoscia ed insicurezza inerente le relazioni che esita in un’ambivalenza tra la ricerca della dipendenza e la necessità di assaltare e boicottare il legame per confermarsi invece di essere indipendenti e quindi non a rischio di essere sfruttati o dominati.

I comportamenti sfidanti e provocatori sono molteplici e spesso assunti a turno dall’uno o dall’altro partner (co-dipendenza affettiva): la lamentela riguardo la scontentezza nella coppia, i tradimenti, l’accusa, il disprezzo, l’assenza emotiva e sessuale, la punizione, la triangolazione la manipolazione mentale.

Tutto questo CAOS è necessario a: non evolvere (capricci), confondere l’altro, dimostrare a se stessi di essere forti e potenti esercitando la forza sul partner (ha pianto, è crollato/a e quindi sono io che domino), ad ottenere conferme del proprio valore (non mi ha abbandonato nonostante tutto), a rifiutare il riconoscimento e il valore dell’altro al fine di non attivare la propria coscienza, per evitare di adottare condotte morali più adeguate sia al contesto che al proprio livello di maturazione.

Se anche tu riconosci tra queste righe, una tua sofferenza, una tua costante di relazione, rifletti su te stesso/a.

E’ forse iniziato il momento di dire BASTA!

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