Dott.ssa Silvia Michelini     info@vittimedinarcisismo.com

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Il miglior consiglio nel caso in cui siate intrappolati in una relazione con un/una manipolatore/trice (istrionico, border, narcisista, etc.etc..) è sempre il NO CONTACT, ma cosa accade se non possiamo o non vogliamo distaccarci da queste persone? E’ importante imparare alcune tecniche di contro-manipolazione narcisistica.

Se ad esempio a manipolarci è nostra madre o nostro figlio? Cosa facciamo?

Manipolazione Narcisistica

Bisogna imparare a:

  • Comunicare con i manipolatori in modo più sano ed efficace: questo  è il primo passo da fare per ricominciare,.. anzi.. cominciare a vivere – imparando a fidarvi di voi stessi, ma anche e soprattutto (molto più raro se lo schema di abuso narcisistico parte dall’infanzia) del mondo esterno.
  • Adottare strategie comportamentali finalizzate a preservare voi stessi ed evitare il conflitto.

L’obiettivo della contro-manipolazione non è fare del male ai manipolatori, vendicarsi o a nostra volta manipolare, perché ricordiamo che i manipolatori affettivi sono in primis persone che soffrono e cercano lo scontro e il conflitto per canalizzare tutte le loro energie negative.

Il nostro obiettivo è far si che non ci utilizzino come canale ed accettare che non possono amarci come vogliamo –  anche se lo desideriamo tanto, anche se sarebbe giusto per il ruolo che rivestono nella nostra vita.. anche se glielo abbiamo spiegato tante volte.

La contro-manipolazione quindi, non è un mezzo per comunicare reagendo, ma è un modo per non comunicare affatto, per non entrare in quel vortice di pensieri e azioni predefiniti (schemi) che ben conosciamo e che ci fanno soffrire o semplicemente ci svuotano.

Bisogna imparare ad avere le risposte pronte, senza offendere, senza essere aggressivi, ma ponendosi in modo distaccato, senza aggiungere al messaggio, la connotazione emotiva che potrebbe far intendere significati sottesi o irritare ulteriormente il/la manipolatore/manipolatrice causando il conflitto.

La prima regola quindi, consiste quindi nel:

OSSERVARE LE NOSTRE EMOZIONI E RINUNCIARE ALL’IMPULSO DI REAGIRE, COMPORTANDOCI IN MODO ISTINTIVO, ANCHE SE QUELLO CHE VIENE  DETTO DAL/DALLA MANIPOLARE/MANIPOLATRICE E’ INESATTO, SADICO, CRUDELE O AMBIGUO; NON BISOGNA CEDERE ANCHE SE CI SENTIAMO OFFESI, INGANNATI O PROVOCATI.

Questa azione implica una dolorosa forzatura alla spontaneità, ma vi insegna come controllare voi stessi (in varie situazioni) e prevede che impariate ad operare una sorta di EVITAMENTO EMOTIVO.

L’evitamento non è REPRESSIONE (inibizione involontaria)ma piuttosto “un’ oppressione volontaria ed elaborata” e vi permette di non perdere il contatto con la vostra verità, imparando però a NON CONDIVIDERLA CON CHI LA USA CONTRO DI VOI e quindi a difendervi da sofferenza costante e mancanza di energia (svuotamento).

E’  importante rinunciare alla spontaneità con questo tipo di persone, nonostante all’apparenza si mostrino emotive, vere, impulsive, etc.. etc..; questa VERITÀ’ infatti è concessa solamente a loro e non a voi. La vostra verità è solo un’informazione che il manipolatore userà per difendersi, attaccarvi o farvi sentire in colpa più avanti.

Purtroppo i manipolatori non hanno la maturità di capire, di apprendere dalle esperienze o elaborare  emotivamente i loro vissuti; non hanno l’empatia per capire che quella frase, quella critica vi da fastidio o vi fa male, ma hanno solo imparato che se faccio A ottengo B e fino ad oggi ogni volta che vi hanno provocato, umiliato etc.. hanno ottenuto un conflitto e alla fine un confronto acceso, attraverso il quale voi hanno appreso chi loro NON SONO e vorrebbero essere. 

I manipolatori non sanno entrare in contatto con le loro ombre e per questo debbano proiettarle sul mondo esterno, rinunciando al beneficio di poter crescere (assumersi responsabilità nella relazione) e apprendere dall’intima conoscenza di se stessi.

La verità a loro non interessa e il vostro sforzo di sottolineare che NON SIETE VERAMENTE COSI’ che NON E’ VERO etc.. vi porta solo a perdere energia e ad essere scambiati voi come pazzi. Per questo rinunciate alla voglia di ristabilire cosa è giusto in assoluto e fate quel che è giusto PER VOI e per la situazione.

Soprattutto se il manipolatore con cui avete a che fare è una moglie o un marito che può ledere i vostri figli o ha il potere di danneggiarli, siate INTELLIGENTI. NON REAGITE.

Ci sono alcuni diversi stili di contro-manipolazione in base al contesto e al tipo di relazione che intrattenete con il/la manipolatore-manipolatrice:

  • Neutralità (comunicazione priva di emozione e non giudicante)
  • Umorismo o ironia (meglio il primo perché la seconda se non utilizzata bene in base al contesto può risultare una provocazione).
  • Auto-derisione
  • Collusione (dare ragione e provare a vederla come lui/lei anche se non è cosi’).

ESEMPIO con una madre narcisista:

Sei troppo poco rigida con i tuoi figli, bah! Questi fanno come vogliono quando eri piccola tu con me non volava una mosca (tra le righe IO SONO UNA MADRE MIGLIORE DI TE E TU NON SAI FARLO, SENZA DI ME NON PUOI STARE).

1)        Neutralità (comunicazione priva di emozione e non giudicante): “Vero, come cambiano i tempi..”

2)        Umorismo o ironia: “A furia di acchiappare mosche siamo rimaste paralizzate aahahaha” oppure “Ma a casa c’eri quando c’erano le mosche”?

3)        Auto-derisione: “mamma mia che disastro di mamma, allora mi metto a giocare con loro tanto sono cosi’ piccolina vicino a te”!

4)        Collusione (dare ragione e provare a vederla come lui/lei anche se non è cosi’): “Si vero, infatti hai ragione”.

Il Mantra interiore

Trovate un “mantra” una frase guida, una sorta di monito interiore che vi neutralizza e vi riposiziona nella condizione emotiva necessaria ad evitare che rabbia vi faccia compiere lo scatto comportamentale.

Esempio:

“io so chi sei e perché fai così e io non sono come te”.

“Io so controllare me stesso, so chi sono e quello che sono non è definito da te”

“stai parlando di te stesso/a non di me”

Oppure immaginate una freccia che dirigendosi verso di voi si infrange su un vetro immaginario che vi protegge.

Scoprire che un nostro caro soffre di un disturbo di personalità ci aiuta a distaccarci dall’idea che qualcosa manchi in noi: “NON E’ COLPA MIA” e ci permette di iniziare a guarire dai disturbi post-traumatici da stress che spesso caratterizzano l’abuso narcisistico, dalle tendenze invalidanti e auto-sabotanti.

Non siamo indegni di amore, è piuttosto il manipolatore/manipolatrice che si sente inadeguato nel fornirlo.

E’ un percorso lungo che necessita un processo di rigenitorializzazione mirato alla RICOSTRUZIONE DI UN’AUTOSTIMA lacerata da anni di abusi psicologici ed emotivi praticati da chi invece – dovrebbe proteggerci e amarci.. un marito, una moglie, un genitore…

È quasi INNATURALE credere che chi ci ama possa farci del male, ma a volte accade, perché tutto il male che non riusciamo ad affrontare nel nostro interiore, entrando in contatto con noi stessi, corriamo il rischio di proiettarlo all’esterno.

In tal senso – per le personalità drammatiche ed infantili – l’altro funge da canale/capro espiatorio/contenitore; è il filtro attraverso il quale depurarsi, oppure qualcuno a cui attaccarsi per approvvigionarsi come un neonato fa con la sua mamma.

In tal senso Winnicott parlava di “madre sufficientemente buona”: un neonato usa la madre come contenitore e la madre “sufficientemente buona” elabora i contenuti emotivamente disgregati del figlio e li restituisce in modo che possa affrontarli, perché è ancora “disregolato emotivamente data la sua età”.

Un manipolatore è un bambino arrabbiato intrappolato nel corpo di un adulto, che ha bisogno di essere accudito/a e di succhiare energia, senza essere smascherato/a.

Se sei interessato/a all’argomento visita anche:

www.psicologiadicoppia.net

http://www.silviamichelini.com