Prenota un appuntamento

+39 339 8873385

TRAUMA E DISSOCIAZIONE QUANDO UN MECCANISMO DI DIFESA DIVENTA “STRUTTURALE”

La dissociazione a livello della personalità o “strutturale” viene spesso sottostimata e sotto-diagnosticata; in Italia l’interesse per il trauma (e le sue conseguenze a breve e a lungo termine sulla personalità) è minore rispetto a quello sullo studio dei sintomi e il loro trattamento.

Tuttavia ignorare l’origine di un sintomo, senza ricondurlo alla sua connotazione neurobiologica e psico-dinamica significa metaforicamente “tappare un buco”, non riparare la falla strutturale.
Esempio: Se è vero che un foro alla struttura di una barca non si ripara definitivamente è vero che noi possiamo optare per “metterci un tappo” oppure per saldarlo definitivamente. Resterà sempre il segno, ma il risultato in termini di durata e prestazione, cambia.
Se poi chi conduce la barca è al corrente di quella falla riparata, questi sarà ancora più attento evitando di affrontare situazioni che non si adattano alla sua struttura o al contrario adatterà quest’ultima alle esperienze o sfide che deve affrontare. La crescente attenzione alla neurobiologia la porta a ritenere che le risposte al trauma rappresentino un tentativo di adattamento piuttosto che la prova di una patologia.

Riconoscere una personalità strutturata sulla dissociazione come difesa diviene fondamentale per dare un nome a tutte quelle aree grigie della diagnosi in psicologia clinica, che troppo spesso – e per comodità – ricadono solo nell’area “borderline”. Ricordo a tutti, pazienti e colleghi che – in base alla mia esperienza e alle ultime ricerche in ambito clinico – la diagnosi corretta è “in itinere”, unita all’analisi costante del transfert e del contro-transfert è l’unico modo per improntare un percorso valido, che non si areni e vada in stallo dopo 4/5 sedute.
Chiaramente a tutto questo deve aggiungersi l’alleanza terapeutica e una domanda REALE di aiuto da parte del paziente, che implica potersi avvalere della sua collaborazione fattiva intercettando le resistenze auto- sabotative o svalutanti sul terapeuta.

Facendo riferimento al modello della dissociazione strutturale di Van de Hart e altri, ritiene che (…) “la dissociazione strutturale rappresenta una risposta adattativa orientata alla sopravvivenza di fronte alle specifiche richieste provenienti dall’ambiente traumatico. Ciò favorisce una scissione tra emisfero destro ed emisfero sinistro che promuove il disconoscimento delle parti ‘non me’ connesse al trauma e la capacità di funzionare senza consapevolezza di essere stati traumatizzati. La scissione favorisce anche lo sviluppo di parti guidate da difese animali, che servono la causa della sopravvivenza di fronte al pericolo”. (Fonte State of Mind: Guarire dalla Frammentazione di Janina Fisher, 2018).

Ecco quindi TRE CAMPANELLI D’ALLARME rispetto a una sospetta diagnosi di “dissociazione di personalità o strutturale” secondo il modello della Fisher da me reinterpretato sulla base della mia constatazione clinica ed effettiva sui casi.

  • PARADOSSI E CONTRADDIZIONI
    Un primo campanello d’allarme è l’incoerenza del soggetto che vi dice ad esempio che vuole viaggiare, ma ogni volta che si trova davanti alla possibilità di farlo realmente si tira indietro. Oppure al contrario una persona ci dice di avere terrore dell’altezza (acrofobia), ma ogni weekend si lancia dal paracadute (ipotesi contro-fobica). Le azioni o i pensieri contraddicono i desideri espressi, le percezioni di una realtà sembrano duali. Questo può capitare anche quando un paziente dice di essere molto timido e pauroso, ma poi manifesta comportamenti per affermare la sua superiorità sugli altri.
  • AMBIVALENZA DECISIONALE E LOTTE INTERNE
    Un secondo campanello d’allarme è la difficoltà a prendere una decisione, a concretizzare un pensiero o una volontà. E’ simile all’auto-sabotaggio, ma qui il soggetto affronta una vera e propria battaglia interiore tra ciò che desidera e le paure associate a ciò che desidera, soprattutto la paura di esporsi ed essere giudicato. Ecco quindi che chiediamo a un paziente di eseguire un compito, che magari fa, ma poi non ve lo porta, non lo legge, non vuole analizzarlo.
  • INDICATORI PSICO-SOMATICI PARADOSSALI
    Un altro indicatore è la reazione somatica inversa a trattamenti medici, ad esempio il paziente prende un anti- dolorifico e avverte che il suo dolore aumenta oppure prende un sonnifero e non dorme. Il suo corpo sembra alterare chimicamente le reazioni ai farmaci o ai trattamenti. Vi è un range che discosta parecchio dalla norma sugli effetti di quel trattamento.

Dottoressa silvia Michelini