Amore, Alessitimia e sordità emotiva nei disturbi di personalità e nella dipendenza affettiva.
Cosa si intende per ALESSITIMIA, chi è un/una ALESSITIMICO?
Un alessitimico è una persona che non è in contatto con i propri stati emotivi.
Non sa riconoscere le proprie emozioni e quando le riconosce, le esprime in modo molto limitato e confuso, per questo motivo è spesso un individuo solitario, che vuole evitare i conflitti e le relazioni affettive e sociali in genere.
Queste persone manifestano un certo distacco anche in psicoterapia, si impegnano poco, non vogliono approfondire certe tematiche, perché hanno scarse/ridotte capacità di insight (guardarsi dentro) e di mentalizzazione.
Si tratta di quelle persone che definiremmo “chiuse”, “strane” ,“schive”, che reagiscono in modo impulsivo agli stimoli esterni, perché non sono in grado di mentalizzare i loro processi interni (percezione dei propri processi emozionali).
L’alessitimico/a è una persona rigida, anche nella postura e nelle espressioni facciali, una persona disinteressata, che non nutre aspettative verso il mondo esterno non si aspetta che mondo esterno non ne abbia nei suoi confronti. Vanheule et al.(2007).
Alcuni studi recenti, inoltre, hanno dimostrato che questa caratteristica non è solo l’espressione di un disagio clinico (un sintomo), ma un tratto ben distinto, associato a vari tipi di personalità, soprattutto quelle che hanno a che fare con la disregolazione emotiva. (Luminet et al., 2001). Fonte autori: http://www.stateofmind.it/2015/10/alessitimia-psicopatologia-adulti/
Il caos emotivo interno è una caratteristica molto evidente in questi soggetti che all’apparenza sembrano persone ben adattate, intelligenti, abili nel contesto lavorativo, ma scarsamente efficaci in quello affettivo/interpersonale.
L’alessitimico cela un insieme di stati interni aggrovigliati confusi, non “sente” nulla e spesso, per sentire qualcosa ricerca delle esperienze estreme (droga, alcool.. sport estremi, sesso).
E’possibile riscontrare il tratto alessitimico in molte personalità da leader, considerate vincenti o estreme (campioni sportivi, viaggiatori, eremiti, …..) associate a tratti narcisistici, ossessivi, schizoidi,o istrionici che tuttavia vivono in costante evitamento e dissociazione interna.
Queste persone sono molto infelici e spesso non sanno neanche descrivere come si sentono…
..”sono come musicisti sordi alla ricerca della nota perfetta per iniziare a suonare la melodia della loro vita, ma che al primo tentativo di emetterla restano bloccati in un fermo immagine perenne, perché al loro interno vi è solo un silenzioso caos”. Dott.ssa Silvia Michelini.
Per questo motivo un alessitimico/a è una persona che ci confonde e si confonde con frequenti esplosioni emotive, in costante bilico tra evitamento e ricerca della vicinanza dell’altro per provare emozioni.
Un alessitimico/a sembra molto partecipe alle relazioni sociali, ma di fatto ha solo imparato la sua parte. Sa che è giusto dire MI DISPIACE, ma non prova nulla o meglio NON SI PERMETTE DI PROVARLO CONSCIAMENTE.
Per questo l’alessitimia è una caratteristica tipica delle personalità ossessive in amore e degli stati dissociativi, che si manifestano soprattutto attraverso sintomi somatoformi. (Freud li avrebbe chiamati disturbi di conversione nelle personalità isteriche).
In poche parole una persona alessitimica non può/vuole provare emozioni, per questo in presenza delle persone che gliene suscitano si sente spesso in difficoltà, vorrebbe scappare, ma allo stesso tempo cercare di vivere attraverso quella persona.
L’alessitimia è una caratteristica associata a vari tipi di temperamenti e personalità post-traumatiche, soprattutto come esito di educazioni repressive gravi traumi evolutivi (attaccamenti insicuri o disorganizzati, caos familiare, abusi intrafamiliari..).
Ecco quindi che molti ossessivi, schizoidi, narcisisti , border o istrionici, a differenza di quanto sembra in apparenza, non sono persone emotive, ma ANSIOSE.
Si tratta di caratteristiche dure da trattare, soprattutto in terapia, dato che la capacità di riconoscere e condividere le emozioni è alla base di qualsiasi relazione anche terapeutica, ma è possibile fare moltissimo attraverso trattamenti costanti nel tempo, che chiameremo di REPARENTING. (come rinascere e imparare tutto dall’inizio con un oggetto/genitore sostitutivo – il terapeuta).
Un dipendente affettivo, quindi, non è sempre una persona mite, insicura e fragile, emotiva (che si affeziona facilmente): spesso è una persona ansiosa, incapace di percepire e gestire le sue emozioni, in costante ricerca di stimoli esterni e di gratificazione, che finirà con tutta probabilità, per incontrare altre persone come lui/lei, che però indossano una maschera differente.
E’ come dire …. c’è chi si traveste da lupo e chi da pecora, ma entrambi nascondono lo stesso scheletro.
(Dr.ssa Silvia Michelini)
Sono stato vittima di una donna emotivamente disturbata,che aveva paura dell’affettivita’ calorosa,fortemente filofobica ed evitante,ma anche affetta da accentuata dipendenza sessuale.
Dai tratti evidenziati in un anno di frequenza settimanale o quindicinale sembrerebbe una sospettata di narcisismo patologico di cui presentava molti tratti( senso di grandiosita’,fame di ammirazione e attenzione,incapacita’ di valutare e riconoscere i sentimenti del partner,tecnica manipolatoria della negazione e della proiezione dei suoi disturbi ecc.ecc.).
Ma del narcisismo patologico non aveva l’esuberanza ingannatrice del love bombing,pur con forte propensione alla svalutazione.
La sua classificazione lascia margini a dubbi,puo’ essere UN’ALESSITIMICA sic et simpliciter senza per forza essere inquadrata come narcisista perversa?
E l’alessitimia puo’ presentare anche una forte componente di dipendenza sessuale,dove lei dismetteva freddezza affettiva e si scioglieva in abbandoni calorici con un forte strato di coccole e tenerezza?
L’alessitimia è un sintomo/tratto associato all’evitamento o l’ambivalenza affettiva che a sua volta può riferirsi a un quadro di personalità o a più tratti di personalità, in tal senso esempio in in un narcisista, borderline, istrionico… et al. possiamo trovare una scissione sesso amore, nella quale la sessualità è oggettualizzata e distaccata dall’esigenza di entrare in intimità e condividere emozioni.
La dipendenza sessuale è un aspetto sia narcisistico che OC.. insomma dipende.
Nel quadro isterico essa è alternata a periodi di forte sessualità e poi di distacco con pentimento e desiderio di punizione.
Per cui è il contrario, si parte dalla personalità per arrivare ai sintomi.
Io mi chiederei quindi non tanto cosa abbia lei/la partner nel preciso, ma perchè io approccio come se le dovessi diagnosticare.
Lei è il suo psichiatra/psicologo o un potenziale partner?
Si è chiesto da dove parte il suo inconscio intento svalutativo verso le figure femminili?
è stato ferito? ingannato?
un carissimo saluto
Ho trovato,mi creda dottoressa,la sua risposta abbastanza sconcertante.
Ma nella sostanza non mi sorprende poi troppo una mancanza di neutralita’ professionale che la dice ancora lunga su una letteratura narcisistica ancora fortemente sbilanciata nella rappresentazione intergenere dei disturbi affettivi.
Aver riportato con schiettezza e autenticita’ di sentimenti feriti un canovaccio ribaltato dove l’archetipo femminile del monopolio o quasi dell’umana affettivita’ ne esce ridimensionato e lesionato come e’ giusto che sia(i sentimenti si rapportano alla pienezza della dimensione umana senza alcuna distinzione di genere)evidentemente irrita stratificazioni culturali e professionali ancora fortemente inficiate di pregiudizi di genere,in cui aver subito sempre in piena coscienza(pur incline a una comprensione esaustiva dell’identita’dell’altro,che richiede sempre il troppo tempo necessario)una assoluta distorsione relazionale con forte sofferenza emotiva appare disturbante e avulsa da stereotipi terapeutici spesso convenzionali e astratti,non in grado di estendere la loro positiva valenza a rapporti affettivii intrisi di paritario gradiente intellettivo ma deficitari drammaticamente di un minimo di reciproca autenticita’ sentimentale.
Se fossi stato coinvolto nel rapporto denunciato con minori(per fortuna!)livelli di introspezione psicologica forse la sofferenza patita dal maschio,non minore di quella in rosa sempre troppo prioritaria,sarebbe stata da un intermediario meno di parte ,molto piu’ legittimata e accreditata.
Nondimeno,malgrado la delusione,saluti cordiali non di circostanza.
Io credo Gerardo che lei non abbia compreso (certamente perché via web per me – come per altri – è difficile far passare un commento provocatorio ma assolutamente bonario), che la provocazione era assolutamente rivolta a proteggere lei e a spingerla a farsi delle domande su come lei approccia al rapporto e come all’interno di questa predisposizione mentale che ha alla psicologia, possano inserirsi persone interessate a questa funzione..
A volte la psicologia CI ALLONTANA dai nostri sentimenti più intimi, anzi puo’ divenire lo scudo con cui ci difendiamo dagli altri.
Io sono la prima a battermi per l’uguaglianza dei diritti maschili in ambito narcisistico e la maggior parte dei miei pazienti, paradossalmente, sono uomini.
Sul mio sito, la presentazione vanta appunto questo dettaglio rispetto alla comune idea di narcisismo e sono assolutamente contraria alla derivazione femminista che vede la donna come vittima assoluta e che spesso è il trigger con cui altri/e colleghi/e si riempiono gli studi di donne colludendo con la loro idea di vittime assolute.
Mi auguro quindi che possa rivedere la sua svalutazione della mia interpretazione alla luce di questo chiarimento, dato che la considero un lettore piacevole e sicuramente affezionato.
Forti entrambi…sia chi domanda che chi risponde ..magari avete affinita.
Saluti
Gentile dott.ssa,
se il thread è ancora attivo, avrei delle domande. Sono appena uscito da una relazione con una persona alessitimica. Ovviamente devastato emotivamente e destabilizzato. Un confronto privato con lei sarebbe davvero di grande aiuto.
Grazie mille.
Gianluca
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